venerdì 27 giugno 2008

Tra poco sarà Natale.

Dio chiamò a se lo Spirito Santo e gli disse: - Va', e feconda Maria.
Come, scusa? - fece lo Spirito Santo.
Ho detto: - Va' e feconda Maria!
E che vuol dire?
Vuol dire che devi mettere in cinta Maria.
Maria chi, la portinaia?
Come chi? La moglie di Giuseppe. Non fare il finto tonto! Lo sai benissimo!
Giuseppe chi, il ragioniere?
No, il falegname.
Ah, quello di Bergamo Alta?
No, quello di Nazareth.
E io dovrei mettere in cinta la moglie di Giuseppe il falegname?
Sì, proprio così.
Ah! E perché mai? Sentiamo!
Perché te lo ordino!
Io queste cose non le faccio. Io questi lavoretti non li faccio. Io non mi metto con le donne sposate, la cosa mi ripugna, tu lo sai. E poi Giuseppe è un amico, è vecchio e malandato, pieno di acciacchi, povero cristo.
E invece stavolta lo fai, anche se ti ripugna!
Neanche per sogno. Maria, tra l'altro, è una bambina. Qui si rischia grosso. Non voglio cacciarmi nei guai.
Tu lo fai!
No!
Te lo ordino!
No!
Fallo!
Fallo te!
Se non lo fai giuro che...! Giuro che ti riduco a un ecce homo!
Lassame perde, ti dico! Incarica qualche altro! Io non me la sento! Non ne sono capace. Non l'ho mai fatto. Non so neanche come si fa... non saprei da dove cominciare. No, non mi va.
Come come si fa? Si fa e basta, e che ci vuole, lo spirito santo?!
Come vuoi, posso provarci, ma non garantisco nulla. E quando dovrei operare?
Quando vuoi tu, regolati, ma sappi che deve nascere prima di Santo Stefano. Perciò sbrigati.
Prima del 26 dicembre?
Sì, prima di santo Stefano: esattamente il 25 dicembre!
Ah! E perché mai? Vorrai mica farci il presepe, eh? Ahahahahahah!
Non fare lo spiritoso, Spirito Santo. Va', agisci, opera, feconda, che poi passerai alla storia, finirai sui libri!
Quasi quasi... Sono indeciso, incerto, titubante.
Se lo fai ti regalerò un bue e un asinello.
Va bene, ma pure un ago e un cammello.

Pesce Spada

GENESI

Salve.
Eccovi una breve ma esauriente sintesi della GENESI.
Non era ancora sera e la luna non era ancora tramontata. Fu allora, in piena eclissi di sole, che il giorno dopo Dio inventò l’ombra, il buio e le tenebre. Satana - scaltro, latente, fetente, astuto - ne approfittò.
Il terzo giorno inventò l’antimateria, il niente e il nulla, che prima non c’era. E li brevettò.
Il quarto giorno, in poco tempo, inventò l’infinito e l’eternità, concetti di cui ancora oggi si discute, e temo se ne discuterà per sempre. A seguire, stranamente, inventò il serpente, essere immondo, viscido e subdolo, strisciante: a che scopo? Ancora non è chiaro. Deologi e serpentologi stanno ancora congetturando.
Il quinto giorno non inventò nulla, ché già aveva inventato troppo, era stanco, a corto di idee, credeva d’aver inventato tutto (il serpente ce l’aveva) e non sapeva più cosa inventare. Saltò un turno, mangiò una mela, si bevve una birra fredda, e si coricò.
Il settimo giorno, destatosi alle 3 del mattino, inventò le otto stagioni, che poi ridusse a quattro, poiché otto gli sembravano troppe, mentre quattro gli apparivano congrue, bastevoli, giuste di numero. Con le quattro che gli avanzarono, inventò la pizza, che stranamente battezzò margherita.
Il decimo giorno inventò l’albero della scienza, la pianta della sapienza, l’albero del frutto vietato, l’albero del bene e del male: si trattava di un melo del Trentino, un melo Melindo, ma senza bollino. Attorno ad esso il serpente subito si attorcigliò, a formare un solenoide di induttanza L = 0,01 mH.
Il nono giorno inventò la settimana lavorativa di dieci giorni, che egli chiamò decimana. In seguito la decimana divenne settimana, cioè formata da soli sette giorni. Ogni giorno, all’epoca, era formato da un periodo di tempo pari a 100.000 anni di oggi. Il tempo, allora, non passava mai.
Intanto il tempo, appunto, non passava mai, anche perché il tempo non esisteva ancora, mai nessuno prima di Dio, né dopo, né Dio stesso, l’aveva creato.
Dopo un mese esatto e giorni tre, Dio finalmente inventò il tempo, non quello atmosferico, ma bensì quello cronologico. Fu così che ufficialmente creò il giorno. Poi venne il mese, il trimestre, l’anno, il biennio, il lustro, il decennio, il secolo, il millennio, il decimillennio, il centimillenio,il chilomillennio, il mega e il gigamillennio.
Dopo una anno, tre mesi e giorni otto, nello spazio di un mattino, inventò lo spazio vuoto, che prima non c’era. Ma essendo vuoto, pensò di riempirlo non di spirito, non di pneuma, ma di materia: e la cosa richiese poco sforzo di idea e di fantasia, in quanto l’antimateria l’aveva inventata già (ricordate?), essa era già disponibile, e ce n’era tanta: così gli fu facile plasmare la materia e soffiarci sopra, come si fa con la dama che non mangia.
Poi Dio creò tante altre cose, che elencarle tutte e farne l’inventario completo sarebbe troppo lungo. Ci limitiamo per ciò a pochi esempi. Per esempio le nuvole, il vapore acqueo, la pioggia, i fulmini, i temporali, la grandine, la terra, la campagna, la lava, i sassolini, la ghiaia, i ghiacciai, i geiser, i soffioni, le foglie, la corteccia, le cascate, i rami, le radici, la coda, le zanne, le zampe, le pinne, i fucili, gli occhiali. Fu così che gli sovvenne l’idea di creare gli alberi, gli animali, i rettili, i suricati, il potamochero, gli uccelli, l’oca, il pollo, l’uovo e la gallina. Indi inventò persino i pesci, i molluschi, le telline, i tonni, le seppioline, i crostacei, la frittura mista, i cetacei, i mammiferi acquatici, come ad esempio le megattere. Ma poiché queste creature acquatiche erano prive del loro elemento, ossia l’acqua, in un baleno, anzi in un battibaleno, inventò la molecola dell’ossigeno e quella dell’idrogeno, le impastò insieme, le accozzò l’una con l’altra e, miracolo, scaturì l’acqua (e la chimica) e col l’acqua i fiumi, i laghi, gli stagni, gli oceani, i mari (e riempì il mare di sale, tanto sale: grosso e fino, iodato e no), i torrenti, i rigagnoli, le paludi. Fu solo allora che inventò le trote, i giavedoni (o scazzoni) e i salmoni, ma pure le anguille e le lamprede, non che le meduse, le aragoste, il granchio, la grancevola, il calamaro e il polpo. E poiché anche gli uccelli erano senza qualcosa di vitale per loro, ossia senza l’aria, ecco che ci mise una pezza e in un amen inventò la gabbia, l’aria e il cielo, e già che c’era, la luna e le stelle, gli asteroidi e le comete, i detriti cosmici e le galassie, e ci mise pure l’anello di Saturno. Poi inventò Saturno, il sole e altre fonti di energia rinnovabili. Affinché poi le specie viventi potessero vivere ciascuna secondo le proprie attitudini e le proprie capacità di adattamento al proprio habitat naturale, inventò la teoria evoluzionistica della specie: così le specie si specializzarono, si selezionarono, si perfezionarono, crebbero di varietà, si moltiplicarono e si differenziarono. La cosa accade anche oggi, eh! Oggi noi assistiamo a una grande miriade di varietà di razze canine, gattine, tanta flora, tanta fauna, ma pure tanto cemento e tanto asfalto. C’è pure l’asfalto drenante.
Prima di inventare l’uomo, che ancora tanti e lunghi anni dovevano passare, secoli addirittura, dio inventò la malattia, la peste, bubbonica, la poliomielite, il tetano, a’ zanzara, ’a cimicia, a’ pidocchia, l’ameba, microbi virus batteri e organismi unicellulari che non si vedono a occhio nudo, ma ci sono, credetemi.
Poi inventò le felci preistoriche, i dinosauri, le tigri a dente di sciabola, i mammut, il o lo cleptosauro, il petosauro, il fetosauro, il tirannosauro rex, il brontosauro, lo stegosauro, il triceratopo, lo pterosauro, i trilobiti, il coccodrillo, la tartaruga e tante specie di fossili che ancora oggi, scavando, se ne trovano un po’ in tutto il mondo, specie ultimamente in Argentina, nella Patagonia.
Poi, per ultimo, inventò l’uomo: ma prima di inventare l’uomo eretto, inventò non la creta e l’argilla, ma altre specie di uomi, altre forme abbozzate e non ancora evolute di uomi, tra cui, ricordiamo, l’uomo di Neanderthal, l’uomo faber, l’australopiteco, lo scimpanzé, il gorilla, i lemuri, le scimmie antropomorfe da cui noi, noi uomini, cioè la razza umana, discendiamo. Indi, finalmente, inventò l’uomo così come lo vediamo noi oggi. L’uomo civilis, industrialis, imprenditorius, politicus, capo del governo, con tutti i suoi ministri, avvocati difensori e sottosegretari. Indi, finalmente, ciliegina sulla torta, inventò la donna, che meraviglia, che dio inventò dopo aver abbozzato l’uomo: per dare all’uomo il tempo e l’occasione di parlare, di aprire bocca, di dire qual cosa: ché dopo la donna l’avrebbe zittito e tacitato.
Così, in estrema sintesi, in succinta epitome, andarono le cose. Questa è la Genesi della creazione del mondo, annessi e sconnessi.
Certo, la Bibbia ce la racconta diversamente. Ma la Bibbia non fa testo, non tutto quello che dice la Bibbia è Vangelo. Sulla Bibbia avrei tante cose da dire e da ridire. Ma poiché non ho tempo né voglia di dire, vi dico solo questo: andate in Internet e sul motore di ricerca digitate la frase: errori e bugie nella Bibbia.

P.S. Quando Dio creò l’uomo, mai e poi mai Egli avrebbe immaginato che l’uomo gli avrebbe voltato le spalle, l’avrebbe tradito, avrebbegli mostrato ingratitudine, l’avrebbe ripagato e ringraziato inventando il paganesimo, il buddismo, il confucianesimo, l’islamismo, l’idolatria; mai e poi mai Dio avrebbe immaginato che l’uomo avrebbe a sua volta inventato e adorato dei monoteisti e divinità politeiste, Brama, Siva, Visnù, Zeus, Era, Minerva, Pallade, Du Pallade, Mahoma, Wotan, Ammon Ra, tanti altri e persino Manitù! Insomma, un fottìo di dei.
Fu allora che gli girarono i santissimi, disse “Mo basta!” e decise di mandare suo figlio in missione, alla corrida.
Ossia allo sbaraglio.
Ma la missione, ahimè, fallì. Pazienza, mettiamoci una croce sopra. La prossima volta andrà meglio.

Pesce Spada